La politica estera italiana è peggio di un colabrodo. Non c'è una linea strategica da seguire (se non quella di appoggiare i ditttatori), non c'è una visione euro-mediterranea e non c'è alcuna pianificazione per la gestione del futuro. Ma daltronde cosa ci si poteva aspettare dalle politiche del bunga-bunga nelle tende di Gheddafi e delle amicizie personali? Berlusconi si sa, è sempre stato attratto dai dittatori magari forse per indole e nel tempo aveva tessuto una serie di rapporti personali con annesso intreccio di affari che non hanno dato i frutti sperati visto che Ben Alì e Mubarak sono oramai fuori gioco mentre Gheddafi non se la passa di certo benissimo.

Il problema di non facile soluzione è che la politica estera italiana è stata da tempo appaltata agli affaristi e alla Lega Nord benchè formalmente ci sia un ministro degli esteri famoso per le sue vacanze che di cognome fa Frattini. La nostra azione all'estero è stata
condizionata dalla propaganda nordista relativa al contrasto all'immigrazione clandestina. MIliardi di euro praticamente regalati a dittatori e dittatoruccoli con investimenti pubblici e privati per ottenere qualche specchietto per le allodole che la Lega Nord potesse giustamente rivendersi nelle campagne elettorali del lombardo-veneto. Perchè quello che tutti sanno (forse tranne i bergamaschi) è che dal Mediterraneo passa solo una piccolissima percentuale dell'immigrazione clandestina che per la stragrande maggioranza prende purtroppo altre vie non direttamente controllabili.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Ma nel Governo che vive di propaganda era sufficiente affermare che con i 3 o 4 miliardi di euro regalati a Gheddafi e grazie alla donazione di parte dell'economia italiana ai libici si era riusciti a bloccare 2 o 3 mila disperati africani nel deserto. Una notizia bomba che di certo il Minzolini di turno non esitava a rivendere agli interessati ascoltatori. Quello che poi non sappiamo è se magari in Egitto, Tunisia o in Libia ci fossero anche altri interessi magari non troppo pubblici. Il gioco però si è rotto e la politica estera del sorriso è diventata carta straccia. La Tunisia e l'Egitto attuano una rivoluzione, la popolazione libica ci prova ma non ce la fa da sola perchè l'amico intimo del Silvio non lesina a bombardare con i caccia la popolazione inerme. Un pazzo sanguinario che a suon di armi pesanti tenta di ammazzare quanta più gente possibile con il silenzio complice e il beneplacet morale anche del Governo Italiano.

Per giorni l'Italia attende ed auspica una stabilizzazione della Libia nelle mani di Gheddafi fino al famoso intervento in Senato di Frattini del 16 Marzo 2011. Ma tutto ha un limite, anche l'ONU che autorizza dopo decine di migliaia di morti la creazione di una No Fly Zone. A questo punto l'Italia è in difficoltà. I miliardi di euro investiti in libia rischiano di andare in fumo e nel frattempo nazioni come gli USA e la FRANCIA cercano di aumentare il proprio controllo del mediterraneo. Il nostro Paese è in imbarazzo con la Lega che oramai è un disco rotto e minaccia milioni di clandestini, con i potentati economici che vedono sbriciolarsi enormi investimenti, con Berlusconi che dovrà per forza di cose schierarsi contro l'amico a cui pochi mesi prima aveva addirittura baciato la mano. Ma i francesi di certo non aspettano le marionette italiane e cominciano a bombardare.

Ora siamo alle comiche, l'Italia che oramai ha perso il suo controllo del mediterraneo grazie alla scellerata politica estera minaccia di ritirare le basi agli alleati. Berlusconi a Torino dice che è personalmente provato e addolorato da ciò che sta capitando all'amico Gheddafi, la Lega che continua imperterrida con lo spauracchio dei milioni di clandestini e vuole un blocco navale.

Personalmente sono più addolorato per le decine di migliaia di persone ammazzate da Gheddafi.