Notizia bomba che rimbalza da pochi minuti all'interno delle politica italiana: il Governo ha fatto marcia indietro sul nucleare e il Parlamento si appresta ad abrogare la legge quadro dell'estate del 2008 che dava il via al ritorno all'atomo in salsa italiana. L'emendamento che il Senato si appresta ad approvare dice questo "Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche mediante il supporto dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione Europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare".
Il nucleare generalmente osteggiato dall'Italia per ragioni storiche risalenti agli anni 80 faceva già paura al Governo che aveva reagito all'avvicinarsi di Giugno con il prosciugamento dei fondi destinati alle energie rinnovabili in modo tale da far capire alla popolazione e agli operatori del settore energetico che l'unica strada percorribile per l'economia italiana fosse solo e soltanto quella che portava dritto allo sviluppo delle centrali nucleari. Ma si sa che il diavolo a volte ci mette lo zampino e pochi giorni dopo il famigerato Decreto Romani che ha portato sul lastrico centinaia di migliaia di imprese e lavoratori ecco Fukushima.
La non sicurezza del nucleare esplode (letteralmente) in tutta la sua drammaticità:
- Impossibilità di controllare i malfunzionamenti
- Impossibilità di garantire il funzionamento degli apparati di emergenza
- Impossibilità di controllare le fughe radioattive
- Impossibilità di contenere la zona eventualmente contaminata
- Impossibilità di stabilire un termine per la chiusura dell'emergenza
Migliaia di km quadri di territorio giapponese contaminato con annesse falde acquifere anche a centinaia di km dalla centrale. Mare radioattivo, cibi radioattivi e nessuna idea di come contenere la situazione.
Questo avrebbe portato la popolazione in massa a votare al referendum portando il Governo ad ammettere che la strategia del nucleare era per l'Italia completamente sbagliata. Inoltre il referendum prevede anche che si voti sul legittimo impedimento, la norma che consente a Berlusconi di non presentarsi ai processi. Il nucleare avrebbe sicuramente fatto da trascinamento verso una sconfitta personale del Presidente del Consiglio ancora più grave del nucleare: la richiesta da parte della popolazione che lui si faccia processare.
Ma Berlusconi ancora una volta ha giocato d'anticipo, si abrogano le norme sul nucleare, si torna allo stato pre 2008 e si fa finta che di nucleare in Italia non se ne sia mai parlato. E magari si riesce anche a far tirare avanti questo Governo di derelitti.