ROMA - Taglio alle indennità dei parlamentari addio, o quasi. Meglio equipararsi ai sei paesi più ricchi dell'Unione europea. E poi rimborsi elettorali ridotti ma dalla prossima legislatura, auto blu da ridimensionare ma dal 2012, vitalizi salvati in extremis, finanziamenti ai partiti appena sforbiciati. Doveva essere il fiore all'occhiello della manovra lacrime e sangue. Il buon esempio all'insegna dell'austerity dato dalla politica, perché - ammoniva Tremonti ancora pochi giorni fa - non si possono chiedere sacrifici agli italiani senza imporli alla classe dirigente.
E invece ecco servito il bluff. La manovra appena approvata da 70 miliardi, che si abbatterà tra ticket e superbolli su famiglie e risparmiatori, nel testo definitivo rinvia e in qualche caso annulla i buoni propositi di chi l'ha scritta. Il colpo grosso è andato in scena nel chiuso delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio al Senato sulla norma più attesa. Proprio quella che avrebbe dovuto equiparare le indennità parlamentari a quelle dei paesi Ue. Falcidiata tra la notte del 12 e il 13 mattino grazie a un paio di emendamenti targati Pdl. ( Repubblica.it )