http://www.romacapitalenews.com/wp-content/uploads/2012/02/BERSANI-CASINI-ALFANO.jpgIl trio delle meraviglie, Bersani-Casini-Alfano, sotto l'attenta regia di Napolitano, sta per regalare una grande perla agli italiani: un sistema elettorale proporzionale varato nel 2012, ma che tanto sa di anni '70, con annessa riforma della Costituzione. Credo, infatti, che quello che sta per accadere, con riguardo alla nuova legge elettorale, non nasca dal nulla, ma abbia profonde radici nei partiti che oggi ci governano, considerando, peraltro, che tutti gli attuali attori del panorama politico italiano si sono formati proprio con i leader che hanno creduto nel compromesso storico. Ma andiamo con ordine, qual è la proposta che i leaders dei partiti di maggioranza stanno per inviare al Parlamento?

I principi cardine sembrano essere i seguenti: ritorno ai collegi, ma senza preferenza (per cui la nomina partitica non scompare), annullamento dell'obbligo di coalizione, soglia di sbarramento, diritto di tribuna per i più piccoli e indicazione del candidato premier. In soldoni, la legge sancisce che i partiti decideranno chi si dovrà candidare e dove, che tutti si faranno una guerra più o meno aperta per l'accaparramento dei voti durante le campagne elettorali, salvo poi sedersi assieme e governare con Governi di "ampio respiro", e che sarà dato un contentino per far star buoni i piccoli partiti.

Sarà, quindi, quasi istituzionalizzata la situazione di emergenza attuale e le grandi coalizioni con annesso consociativismo saranno erette a sistema predominante. Vi sarà perciò la normalizzazione della politica con Governi di alternanza PD-PDL, PDL-UDC o PD-UDC, con il Casini di turno che saprà saltare da una coalizione all'altra con la scusa perfetta della "crisi economica", "della credibilità internazionale" o "del rischio spread", che, si sa, vanno sempre bene per tutte le stagioni. Qualcuno, in  buona fede, penserà che Bersani si sia ammattito o abbia perso il lume della ragione. Da comunisti ad alleati stabili del PDL e dell'UDC?

La situazione attuale, come dicevo prima, non nasce dal nulla. Dalla nascita della Repubblica italiana c'è sempre stata la volontà della sinistra comunista di presentarsi come "forza di Governo credibile". Non per nulla vigeva la famosa "doppiezza togliattiana": Togliatti era amico di Stalin all'estero, ma amico dei moderati e della Chiesa Cattolica in Italia. Non è certo un' eresia affermare che da sempre il PCI ha lavorato (almeno secondo me) non per dare una alternativa di sinistra al Paese quanto per creare governi più o meno catto-comunisti. Ciò ha portato alla nascita dei Napolitano prima (che nella politica estera era amico dell'URSS, dichiarando "controrivoluzionari" i manifestanti ungheresi, mentre in Italia lavorava per creare la famosa corrente migliorista del PCI, quella del dialogo e del superamento del muro contro muro) e dei Berlinguer poi, con annessi Veltroni , Fassino e D'Alema, che proprio da Berlinguer sono stati scelti come continuatori della "doppia" tradizione comunista.

Ma dove Togliatti e successori non riuscirono, posta la guerra fredda degli anni '50-'60, ci riuscì  Berlinguer, fautore, assieme ad Andreotti, del famoso compromesso storico, che prevedeva la partecipazione al Governo anche del PCI, dato il pericolo "eversivo" su cui poi ci sarebbe tanto altro da scrivere. E' da leggere in quest'ottica anche la scarsa propensione del PCI verso la lotta per la conquista dei diritti civili quali l'aborto o il divorzio. Temi scottanti che potevano incrinare i rapporti tra i comunisti e la Chiesa Cattolica, temi su cui evidentemente sia i cattolici stessi che i socialisti e i radicali la pensavano diversamente dall'ortodossia togliattiana. D'Alema, figlio di un collaboratore di Togliatti, ovviamente, in questa continua ricerca dell'accordo con i democristiani ci sguazza bene e assieme a Veltroni riesce, anche grazie a Mani Pulite e all'annientamento del PSI-DC, a dar vita al Partito Democratico. Innovativo (lo inseguivano dal '48) contenitore costituito da ex comunisti ed ex democristiani.

Ciò non basta, doveva essere annientata anche la sinistra rimasta che non aveva accettato la supremazia del compromesso a tutti i costi e così arriva Veltroni, che, con un po' di teatro, un po' di tattica e qualche legge elettorale modificata sotto elezioni, riesce ad evitare che la Sinistra entri anche nel Parlamento Italiano e addirittura anche in quello Europeo. Ora, nel 2012, l'antico sogno della dinastia Togliatti sembra avverarsi. Vige un Governo PDL-PD-UDC che, qualora dovesse essere approvata la legge elettorale così come viene strombazzata, diverrebbe da straordinarietà a regola. Finalmente il sogno dei Togliatti si avvera, evviva l'accordo con i democristiani. Gli altri, giochino pure a fare la sinistra.

AF